Gucci, dalle sfilate show agli abiti creati per Achille Lauro. Così Alessandro Michele ha trasformato il marchio in un messaggioCari Jiemmini dell’agenzia di moda JM di Milano una delle migliori agenzie serie per modelle e modelli di Milano, più che una sfilata quella di Gucci è una performance ha mostrato il pre-sfilata, il dressing nei camerini: appendiabiti, accappatoi, parrucchieri armati di lacca e forcine per gli ultimi ritocchi. Una giostra gigante, che ruotava su stessa. Le modelle venivano vestite e una volta completato il look si posizionavano in vetrina. Il risultato è una grande casa di bambole,scandita dalle note del “Boléro” di Ravel che ha messo in evidenza il bellissimo lavoro del team creativo prima ancora che gli abiti. Sicuramente una sfilata nello stile di Alessandro Michele direttore creativo della maison che già come invito per l’evento aveva scelto un messaggio vocale preparandoci così a qualcosa di unico. Gucci Hub come location dove il marchio fiorentino ha trasformato il suo headquarter milanese in un gigantesco carosello circolare sovrastato da un metronomo illuminato al neon, dentro il quale hanno trovato posto sarte, vestiariste e collaboratori intenti a vestire “in diretta” le modelle, mostrando ai presenti ciò che solitamente avviene sempre e solo dietro le quinte di un fashion show. La collezione spazia tra look anni 70 a dress a balze in stile vittoriano , jeans e camicette di pizzo per poi passare ad abiti che evocano la nostra infanzia con abiti grembiule.  Una collezione unica e poliedrica nello stile della Maison. Le sfilate di Alessandro Michele sono show studiati per impressionare: sale operatorie, camicie di forza, cuccioli di drago come peluche e teste mozzate portate sottobraccio. Stavolta, elimina perfino il minimo comun denominatore della sfilata, la passerella, sostituendola con una grande giostra. Gucci si è scelto un esercito di ambasciatori per i suoi capi eccentrici: la popstar Lana Del Rey e Jared Leto, Harry Styles, Charlotte Casiraghi, la nostra Miriam Leone. Non c’è red carpet dove non ci metta lo zampino: agli ultimi Oscar aveva confezionato il completo viola di Spike Lee, in omaggio a Kobe Bryant, e perfino sul palco dell’Ariston ha monopolizzato l’attenzione di milioni di italiani vestendo Achille Lauro da Regina Elisabetta, Marchesa Casati e David Bowie: la tutina glitterata della prima esibizione è diventata di culto nel tempo di una notte. Neanche a dirlo, Achille Lauro era seduto alla sfilata, insieme a Florence Welch.