Cari Jiemmini della Model Agency JM, una delle migliori agenzie di moda serie per modelle e modelli di Milano, ancora in piedi a mezzanotte attaccati alla televisione oppure, i più tecnologici, al computer, i tifosi italiani rivivono i ricordi di Mexico ’70 quando le partite si disputavano in orari ancora più improponibili.I paragoni con il mondiale messicano di quarantatre anni fa non finiscono qui, infatti, dopo i 90’ il risultato è di quelli magici, di quelli che piacciono tanto ai nostalgici: 4 a 3. Tante similitudini ma tante differenze, una fra tutte l’avversario: non ci troviamo di fronte ad unaGermania fisica e ordinata ma il Giappone ci mette ugualmente alle corde. Gioco spettacolare, tocchi di prima e “Dai e vai”, ecco i tre pilastri su cui si fonda la nazionale deiSamurai Blu che, dopo tre anni di lavoro, inizia a regalare immense soddisfazioni al suo modellatore, Alberto Zaccheroni.Pronti, partenza, via! Ed è subito predominio del Sol Levante con un’Italia che fatica a trovare gli spazi e si trova costretta in difesa a causa della distanza fra Balotelli e la linea dei trequartisti che, nei primi quaranta minuti di gioco, non si fanno vedere.La ragnatela dei passaggi azzurri si limita nella nostra metà campo e, a forza di insistere, arriva l’errore: De Sciglio appoggia indietro senza precisione, Okazaki intercetta e Buffon interviene in modo scomposto causando un rigore, poi trasformato da Honda, molto discutibile.L’Italia non reagisce ed il Giappone è carico così arriva il raddoppio firmato da Kagawa che sfrutta una serie di errori della difesa.Prandelli intuisce che è necessaria una manovra d’urgenza e decide di sostituire Aquilani con Giovinco cambiando modulo: dal 4-2-3-1 infruttuoso e statico si passa ad un 4-3-1-2 con Giaccherini in appoggio alla formica atomica e all’ariete Balotelli. Il Giappone arretra il proprio baricentro e l’Italia prova ad alzare la testa e, proprio una capocciata di De Rossi, accorcia lo svantaggio.