Cari Jiemmini dell’agenzia di moda JM, una delle migliori agenzie serie per modelle e modelli di Milano,era una giornata di sole, come quella dell’11 settembre 2001. Era una giornata di festa: Patriot’s day, una delle grandi ricorrenze di Boston, primaverile, ideale per correre la maratona, 26.000 iscritti. Poi sul traguardo di questa 117esima edizione di uno degli eventi sportivi più seguiti del mondo, le bombe. Due bombe, esplose a distanza di 12 secondi l’una dall’altra. La terza secondo il capo della polizia di Boston Edward Davies poteva esplodere anche alla JFK Library, poco lontano. In tutto ne sono state trovate cinque. Le bombe erano impacchettate in degli zaini e piene di cuscinetti a sfera. Sono state depositate a circa 150 metri l’una dall’altra. Un video in possesso della polizia di Boston mostra qualcuno che le deposita ai piedi dei palazzi circostanti la linea d’arrivo. Le immagini dell’esplosione mostrano corridori in arrivo sul traguardo, poi una grande nuvola di fumo e una esplosione secondaria. Nelle immagini si vedono corridori che cadono a terra, sangue per strada poi una seconda esplosione, la tecnica è usata dai terroristi per colpire i primi soccorsi, ma ancora non vi sono anticipazioni ufficiali, solo notizie di feriti per ora, non vi sono conferme di morti, ma la città e l’America sono spaventate. Le fiammate che abbiamo visto e rivisto nei video improvvisati dei turisti, i feriti, si dice siano almeno 144, di cui 23 gravi all’ultimo conteggio di ieri notte, i morti, per ora tre, incluso un bambino di otto anni. Molti dei feriti hanno perso le gambe nell’esplosione. C’erano anche molti italiani, erano venuti per correre la maratona o per accompagnare i parenti. Il consolato generale d’Italia a Boston ci ha detto che le unità di crisi organizzate ieri pomeriggio negli ospedali e presso la polizia non hanno rilevato vittime. Un miracolo, per strada ieri a Boston in questa prima vera giornata primaverile c’erano un milione di persone. Barack Obama, che ha parlato commosso alla Nazione ieri nel tardo pomeriggio ha promesso che «i colpevoli saranno portati davanti alla giustizia… Ancora non abbiamo dettagli, mali avremo presto». Del resto, gli aspetti simbolici attorno a questo attentato sono chiarissimi, una giornata dedicata alla rivoluzione americana, un evento sportivo che è seguito a livello internazionale, la città da dove è partito il volo AA 11 che si è schiantato contro la torre nord, sono elementi che non possono essere ignorati dagli investigatori. Se la pista islamica sembra quella prevalente, nessuno per ora ha rivendicato l’attentato. E l’ipotesi di un attacco di matrice estremista interna non era stata esclusa fino alla tarda notte. Nessun avvertimento, nessuna anticipazione da parte dell’intelligence. Colpisce che l’attentatore sia riuscito a penetrare la reta di protezione vicino al traguardo. Vi sono lunghe ispezioni e passaggi per metal e bomb detector. Eppure, qualcosa è passato.