Cari Jiemmini dell’agenzia di moda JM, una delle migliori agenzie serie per modelle e modelli di Milano, l”attacco hacker più grande della storia. È stato definito così, il rallentamento di tutta la Rete cominciato il 27 marzo. Tutto nasce dallo scontro tra Cyberbunker, provider di servizi internet, eSpamHaus, società che si occupa di individuare chi spedisce spam. Il 19 marzo scorso Spamhaus ha aggiunto Cyberbunker alla sua “lista nera” di indirizzi Ip, usata dai filtri antispam per rigettare email. In sostanza, se arriva un’email da un indirizzo che è nella black list di SpamHaus, chi la riceve non la vede perché il fornitore di email la blocca prima. Ovviamente, a Cyberbunker questa mossa non è piaciuta per niente, e ha “bloccato” il nemico. Ha risposto con un DDoS, o Distributed Denial of Service, una forma di attacco che manda in tilt il sito bersaglio inondandolo di richieste di accesso da tanti computer diversi e saturandone la banda. Lo stesso metodo usato daAnonymous, tanto per capirci. Il risultato? L’immane mole di dati ha comportato un rallentamento di tutto Internet, soprattutto di servizi streaming tipo Netflix. La buona notizia? L’Italia non è stata quasi toccata. Perché la maggior parte dei servizi colpiti nel nostro Paese non esistono. SpamHaus ha sede negli Stati Uniti, e quindi gran parte del traffico bloccato era diretto verso quel Paese. Ma i grandi fornitori di contenuti, come Google e YouTube, hanno server replicati in Europa e in Italia, e per noi il problema non si è posto. A volte, essere un mercato marginale nel mondo di Internet ha i suoi vantaggi.