Cari Jiemmini dell’agenzia di moda JM, una delle migliori agenzie serie per modelle e modelli di Milano,è morta Margaret Thatcher. La Lady di ferro aveva 87 anni, la Lady di Ferro fu la prima, a metà anni ’80, ad attuare un giro di vite nella legislazione anti hooligans. Dopo il disastro di Hillsborough, poi, firmò provvedimenti che ebbero effetti di rompenti nel cambiare la fruizione degli stadi.Di lei si è sempre detto che non amasse il calcio e nemmeno chi lo seguiva. EppureMargaret Thatcher, nei suoi anni di governo, ha avuto sul calcio britannico un impatto dirompente, capovolgendo il concetto di fruizione delle manifestazioni sportive con una serie di provvedimenti capaci, alla fine, quasi di sconfiggere il fenomeno hooliganse, con esso, le frizioni fra frange ultrà e polizia che erano state spesso la miccia di violenze e disastri consumatisi in stadi obsoleti e strutturalmente pericolosi. Il governo Thatcher cominciò la sua battaglia nell’ambito della legislazione penale nel 1985, dopo l’Heysel, tragedia avvenuta sotto giurisdizione belga: fu l’anno delloSporting Events Act, che limitava l’acquisto e il consumo di bevande alcoliche negli stadi e nei treni e nei bus speciali per i tifosi, mentre nel 1986 il Public Order Actpermise alla magistratura di interdire la presenza negli impianti sportivi di singoli ritenuti violenti costringendoli all’obbligo di firma in caserma (in Italia è noto come Daspo) e, per la prima volta, come reato la messa in atto di comportamenti ritenuti di turbativa della quiete pubblica. Fu però il 1989 l’anno in cui il calcio inglese subì l’accelerazione che lo ha portato ad essere quello che conosciamo da quasi due decenni a questa parte. La necessità di nuove misure e di un nuovo approccio all’intero sistema divenne prioritaria nell’agenda politica e sociale dopo il disastro di Hillsborough che, il 15 aprile a Sheffield, provocò la morte di 96 persone. Il governo commissionò il Taylor Report, inchiesta che doveva fare luce sull’accaduto e sulle varie criticità del sistema. Ne uscirono un rapporto intermedio (1989) e uno definitivo (1990) che finirono per dettare le nuove imposizioni per curare una patologia endemica. Ecco allora il Football Spectators Act del 1989, che sancì la possibilità di vietare la presenza a eventi sportivi al di fuori di Inghilterra e Galles a persone condannate per reati connessi alla disputa di partite di calcio e, per la prima volta, impose l’obbligo di entrare negli stadi con un documento di identità. Sempre nel 1989 venne creata all’interno di Scotland Yard laNational Crime Intelligence Service Football Unit, squadra speciale di sorveglianza anti hooligans. Dal Taylor Report  nacque anche l’esigenza, divenuta obbligo per le società, di ristrutturare gli stadi: vennero investiti oltre 350 milioni di sterline per costruire o modificare impianti privati attraverso l’eliminazione delle barriere tra il campo di gioco e gli spalti (per evitare tragedie stile Hillsborough), la sostituzione delle terraces- le gradinate che erano il cuore del tifo hooligans – con soli posti a sedere e l’installazione delle telecamere interne di sorveglianza; quindi vennero coinvolte le autorità locali che avevano il compito di rilasciare ai club i certificati di sicurezza indispensabili per le iscrizioni ai campionati. I club vennero responsabilizzati anche attraverso la gestione del servizio di sicurezza interno agli impianti, operato dagli steward e non dalla polizia che, negli anni, ha ridotto in media dell’80% la presenza in occasione delle gare, limitandosi a presidi esterni e operazioni di intelligence. Di conseguenza gli scontri fra tifoserie e forze dell’ordine si sono notevolmente ridotti.Dopo la Thatcher, gli emendamenti al Football Spectators Act e le novità legislative (ilFootball Offences Act del 1991, sotto il governo Major, il Crime and Disorder Act e ilFootball Offences and Disorder Act del 1998 e del 1999, in era Blair) basarono tutto sulle misure thatcheriane. Il “modello inglese”, così come lo conosciamo, nasce con lei. Con la Lady di Ferro che odiava il calcio. Ma che, per il calcio, ha fatto tantissimo.