Cari amici e amche dell’agenzia per modelle e modelli JM, oggi avverrà la sentenza, il verdetto d’appello per Amanda Knox e Raffaele Sollecito, accusati dell’assassinio della studentessa inglese. Le tv americane si sono mobilitate e  l’antica piazza Matteotti, di Perugia, dove si affaccia l’aula in cui sarà pronunciata la sentenza del processo d’appello per l’omicidio di Meredith Kercher, è assediata da troupe televisive e parabole satellitari. I perugini mantengono il solito distacco ma la città è invasa da 400 giornalisti da tutto il mondo. Oggi è il giorno della verità: la Corte d’Assise d’Appello si pronuncerà nei confronti della studentessa americana Amanda Knox e del suo ex fidanzato pugliese, Raffaele Sollecito, condannati in primo grado a 26 e 25anni per aver ucciso la studentessa inglese nella casa di via Pergola, fra il 1°e il 2 novembre 2007. Già condannato a 16 anni il 21enne ,RudyGuede. L’accusa chiede la condanna all’ergastolo con isolamento diurno,per i due ex fidanzati, ribadendo il movente “erotico, sessuale, violento”. Secondo il quadro delineato dalla sentenza di primo grado, Rudy tentò un approccio con Meredith, venne respinto e, a quel punto, intervennero Amanda e Raffaele. Al contrario, la difesa chiede l’assoluzione perché i due imputati hanno sempre negato di essersi trovati sul luogo del delitto: l’assassino fu uno solo, Guede. L’attesa spasmodica intorno alla sentenza dipende da un esito che si annuncia tuttaltro che scontato. In questo processo, infatti, è venuta meno la prova regina, nonché l’unica in un processo fatto di soli indizi: quella legata alle tracce di dna. I periti nominati dalla Corte hanno ritenuto “non attendibili” gli accertamenti della polizia scientifica. Sull’impugnatura del coltello indicato come arma del delitto, c’è sì il dna di Amanda ma manca quello di Meredith sulla lama. Il gancetto del reggiseno, su cui sarebbe stato riscontrato il dna di Sollecito, risulta invece contaminato e sarebbe quindi inutilizzabile.