Gianluigi-Buffon-02Cari Jiemmini dell’agenzia di moda JM, una delle migliori agenzie serie per modelle e modelli di Milano, «E’ bastato uno sguardo per prolungare il contratto», sorride Andrea Agnelli strizzando l’occhio a Gigi Buffon nella conferenza celebrativa del rinnovo biennale del portiere bianconero. Evidentemente tra numeri uno è facile intendersi e capirsi.  «Lui è nel gotha dei campioni bianconeri – aggiunge il presidente della Juve – e vuole proseguire il percorso almeno fino al 2015. Gigi è il portiere più forte al mondo, ma quello che lo contraddistingue è la personalità, la lealtà, la trasparenza e l’essere leader. Il confronto è sempre costruttivo, questo fa aumentare la stima ancora di più». Parole dolci, che trovano poi nell’auspicio massimo. «Buffon merita il Pallone d’Oro – dice Agnelli – e nella storia solo un portiere l’ha vinto. Yashin era un muro davanti alla porta e spero che in questi due anni Gigi possa interrompere questa statistica negativa. Sarebbe il giusto riconoscimento per il calcio mondiale, italiano e per la Juve». Buffon ha apprezzato la candidatura e rilanciato a suo modo. «Terrò nel mio cuore quello che ha detto il presidente – risponde -: nel calcio c’è poco spazio per parole al miele o realmente sentite. Anche il tono col quale Andrea ha fatto questo discorso era eloquente. La mia soddisfazione è totale e lo sarà tra due anni». Il nuovo contratto di Buffon prevede un ingaggio inferiore rispetto all’attuale (da 6,5 a 4,5 milioni), ma ricchi bonus in caso di scudetto e Champions. In più la Juve ha dovuto sudare più del previsto per convincere il portiere a firmare un biennale. «All’inizio quella era la mia proposta – conferma il capitano bianconero -: volevo rendere la Juve libera da quello che posso essere io. Ma la Juve non improvvisa, programma e almeno per due anni non valuteranno di prendere altro portiere. Io darò il massimo, ma vivo alla giornata non mi do’ date e limiti. Giusto richiedere il massimo da se stessi sempre: tra un anno mezzo c’è Mondiale e a quella tappa io posso arrivare come so». Se nei pensieri di Buffon c’è la voglia di conquistare la Champions League, nei ricordi c’è invece l’infortunio che nel 2010 l’ha colpito duramente. «Mi era passato ogni tipo di pensiero, anche il peggiore. Pensavo di archiviare la mia carriera, ma non è stato così perché sono persona fortunata e ognuno ha proprio destino da seguire. Il mio è quello di continuare a scrivere pagine importanti con Juve e Nazionale. Ci ho messo del mio, perché nessuno mi ha regalato nulla e mi ha fatto bene essere stato determinato. Avevo rabbia ed energia che prima non avevo, davo tutto per scontato ed acquisito. Se adesso sono quello che sono è perché sono passato in mezze a quelle difficoltà».